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FENDER STRATOCASTER, 1956

sunburst 2 toni. Bentornati nell'Olimpo delle Fender! Corpo in frassino, lavorato magistralmente nei suoi profili e straordinario esempio di cosa fosse in origine il 'contour body'. Questo strumento è particolarmente interessante perchè presenta molte caratteristiche di transizione tra il primissimo periodo di produzione e quello immediatamente successivo: il corpo è datato Aprile '56, e il manico Maggio '56; la data del manico è preceduta dalla sigla XA, ed è uno degli esempi più tardi di Fender con riportato il nome dell'addetto alla sagomatura del manico (queste sigle fino al '55 sono la regola... la sigla XA è riferita dal Duchossoir sul libro Fender Telecaster come tra quelle note ma non attribuite ad uno specifico operaio, al contrario di altre come  ad esempio TG/Tadeo Gomez). Tutte le parti (manopole, coperchi dei pickup) sono in ancora bakelite, ma il manico comincia ad assumere la forma a 'v' che sarebbe stata poi la norma a partire dal '57. Le meccaniche sono Kluson Deluxe, uno dei primissimi esempi con le 'single line' comuni a partire dal '57. I potenziometri portano la sigla 304 6 05 (Stackpole, quinta settimana del '56), e uno è stato sostituito negli anni '60 con un CTS del '65 (137 65 49). A parte questo potenziometro, lo strumento è assolutamente originale in ogni dettaglio: Spaghetti Logo, pickups con fondo nero, selettore a tre posizioni, circuiti, schermatura, ponte con sellette Fender Pat. Pend. (manca la leva del vibrato), e - naturalmente - finitura. Le condizioni, come vedete dalle immagini, sono più che eccellenti: il top è davvero in condizioni ottime, normale checking e altri segni del tempo, ma la finitura è tutta lì. Il battipenna in plastica bianca ha un pezzettino rotto in corrispondenza di una vite. Sul fondo c'è il tipico segno di 'usura da cintura', e segni del tempo e checking un po' più evidenti, ma anche qui le condizioni sono davvero splendide, soprattutto se si tiene conto dell'età dello strumento e delle condizioni in cui sono molte delle Strato di quegli anni che si vedono in giro (ma ce ne sono poi tante...?).  Segni di usura lungo i margini del corpo, ma solo punti in cui la vernice è andata via: nessuna traccia di urti, di solchi profondi o di fratture, chitarra davvero integra. Ho rimosso, per quanto ho potuto, la ruggine dalle meccaniche, e anche la piastra del ponte ne presenta i segni, e un po' meno le sellette. La tastiera è stata ritastata, e un leggero velo di overspray trasparente è stato dato a protezione della finitura, che quindi mantiene le sue caratteristiche di originalità, comprese le macchie più scura nei punti in cui era più 'suonato'. 
Veniamo ora al suono: i tre pickup sono perfettamente bilanciati, e lo strumento suona in modo incredibile (anche non elettrificato!). La grande leggerezza e la straordinaria confortevolezza dei contorni, uniti alla 'voce', ne fanno davvero un gioiello a sei corde.... e se a questo aggiungete una custodia originale in tweed (un paio di cerniere andrebbero sistemate... ma che spettacolo!!!!), la tracolla originale, e un cavetto 'nato' con la chitarra, mi sembra ce ne sia abbastanza sia per il musicista più raffinato ed esigente, che per il collezionista più integralista.
Per molte altre immagini, cliccate sui seguenti link (uno alla volta):
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