PRS - PAUL REED SMITH Custom, 1987 Chiamato inizialmente solo "PRS Custom", il modello prenderà il nome di Custom 24 (con riferimento al numero dei tasti) a partire dal 1993, anno di introduzione della versione a 22 tasti dalla quale doveva distinguersi. La nascita della Custom, presentata al NAMM del Febbraio 1985, coincide con il primo periodo della produzione nella fabbrica di Virginia Avenue, Annapolis, Maryland. La vera età d'oro della produzione di Paul Reed Smith. La chitarra rispecchia le caratteristiche iniziali del modello ed è in condizioni totalmente originali. Il corpo e il manico sono in mogano, il top è in acero fiammato degno della fama di Paul Reed Smith, la tastiera è in palissandro brasiliano - come tutte le Custom dei primi anni - impreziosita dall'opzione dei birds per gli intarsi in madreperla. La finitura è un cherry sunburst che va dal rosso-bruno dell'esterno al giallo-miele della parte centrale, con tonalità molto calde ed eseguito magistralmente. I due pickup sono i classici humbucker PRS Standard Bass/Treble con il circuito tipico delle prime Custom, che prevede il master volume, il selettore a cinque posizioni e lo sweet switch, cioè il mini-interruttore per il filtro di alcune frequenze installato sulle Custom fino all'introduzione di un tradizionale controllo del tono nel 1991. Tutti i controlli sono alloggiati nelle concavità realizzate nel top. L'hardware originale comprende le meccaniche bloccanti di fabbricazione Schaller con marchio PRS, il blocco ponte-vibrato di fabbricazione Mann tipico degli anni pre-90, con la piastra e il blocco di inerzia realizzati in ottone in unico pezzo. Originale anche il capotasto in materiale composito Teflon/Nylon, concepito per favorire lo scorrimento delle corde quando veniva azionato il vibrato. La chitarra è accompagnata dalla bella custodia rigida originale. E' la prima PRS che entra nella nostra collezione, e non è un caso: tra gli strumenti nati negli anni '80, nessun altro ha uguale importanza nella storia della chitarra elettrica. Sono anni che vedono ancora in crisi le più importanti Case americane, che solo in ridotte frazioni della propria produzione riescono a mantenersi all'altezza della fama conquistata negli anni passati riproponendo sempre i modelli tradizionali. Paul Reed Smith si presenta invece sul mercato con i suoi strumenti innovativi ma al tempo stesso profondamente radicati nella tradizione: strumenti che parlano di liuteria, di legni, di profilo del manico, di suoni, di bellezza pura. La mia personale opinione è che le vecchie PRS sono tra le poche chitarre degli anni '80 che "resteranno": non perchè prodotte per essere collezionate. Ma perchè protagoniste di una innovazione e di un recupero del valore della qualità costruttiva, patrimonio dell'età d'oro della chitarra americana andato disperso negli anni della produzione di massa, della CBS e della Norlin. Il vintage del futuro? Forse, ma certo hanno più significato storico queste prime PRS che non quelle ancora più elaborate, ai limiti dell'esagerazione, nate più per i salotti che per le battaglie sul palco, che invaderanno i negozi hi-end di lì a poco. Questa chitarra meravigliosa è destinata ad un musicista vero, che sappia apprezzarne le qualità musicali e che possa al tempo stesso fare tesoro del suo significato storico.
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